La paura di conoscere se stessi le proprie emozioni, i propri impulsi, memorie, capacità e potenzialità, il proprio destino è sempre più diffuso e forte. Tendiamo ad aver paura di qualsiasi conoscenza che potrebbe far sì che ci disprezziamo o che ci sentiamo inferiori, deboli, malvagi, e ci vergogniamo. Proteggiamo noi stessi e la nostra immagine ideale di noi stessi mediante la rimozione, la banalizzazione e consimili difese, e lentamente costruiamo: abilità, tecniche mediante le quali evitiamo di essere consapevoli di verità spiacevoli e dolorose, che tendono a riemergere con l’ansia, l’incertezza nel corso della vita. E lì la sorpresa, il disorientamento, l’angoscia di ciò che è inspiegabile, ma che sono le verità, i bisogni, i desideri che non abbiamo voluto conoscere e che reclamano un tempo e un valore.
La psicoterapia aiuta a mettere in luce le manovre mediante le quali continuiamo ad evitare tale coscienza delle penose verità, le paure e i modi in cui combattiamo le situazioni, le persone che ci mettono davanti ad uno specchio.
La tecnica analitica crea una relazione umana tra terapeuta e la persona, permette di rivelare verità nascoste nel profondo e rafforza per sopportarle.
E come se si sono messe in soffitta o in cantina robe vecchie, giocattoli, libri e quaderni usati da bambini, si ritorna insieme, si guardano, osservano, si rispolverano, si rivivono ricordi, emozioni, paure, bisogni e si fanno scoperte……..
(“ Essere completamente onesto con se stesso è veramente lo sforzo migliore che un essere umano possa fare”, Sigmund Freud